2020: il calendario del fratino

2020: il calendario del fratino

2020: il calendario del fratino

Nel 2020 sarò

la ragazza Maggio in un calendario!

Beh, piú o meno: ho partecipato alla realizzazione del calendario 2020 del “Comitato Nazionale per la Conservazione del Fratino – CNCF“.

Avevo giá realizzato altri lavori di grafica per questa associazion come per esempio il trittico dove viene spiegato come vive e nidifica quest’uccellino nelle nostre spiaggie.

Fratino Flyer by FAB813

Questa volta si tratta di un’illustrazione in acquarello: sono stata cosí contenta di fare parte di questo progetto e ci ho meeo tuttoi l cuore. Ecco: é giá stato pubblicato sulla pagina!

La parte interressante di questo calendario è che ogni mese viengono spiegati un fatto o una curiositá relativa al fratino, insieme ad una vignetta. Yo in particolare parlo del censimento di questi uccellini. Di fatto si tratta di una specie in pericolo e il comitato si occupa di informare la popolazione ed i turisti sulla sua esistenza e sul pericoo che il turismo da spiaggia puó portare a questo piccolo volatile.

Dai subito un’occhiata al calendario, ne vale la pena!!

Tu conoscevi l’esistenza del fratino?

4+1 tecniche di problem solving creativo

4+1 tecniche di problem solving creativo

4+1 tecniche di problem solving creativo

A che serve la creativitá,

se non la usiamo per risolvere i problemi?

Per questo sono diventata architetto: adoro risolvere problemi realli in modo creativo!

La creatività è trovare connessionifra ciò che apparentemente non ne ha.

William Ploner

problemas de CinziaA causa di un “problemino con il computer che mi sta obbligando a passare un paio di settimane senza programmi di graficha, senza editore di testo, che tra un po’ nemmeno con un block notes, ho dovuto arrangiarmi districandomi tra biblioteca,computer di amici e di mio marito, tanto che sto pensando di tornare un po’ in Italia per usare quelli di mia madre!

In realtà questa è stata l’occasione di ripensare alle mie priorità, di ricordarmi di alcuni progetti lasciati in un angolo a causa di tutte le mie “cose grafiche” e così ho iniziarto a pensare a come risolvere questo problema ricordandomi cosa vuol dire affrontare un ostacolo in diversi modi.

Mi sono ovviamente documentata ed ho trovato metodi più o meno scientifici.

Ecco alcuni spunti!

#0 – Tutto comincia con l’atteggiamento giusto

L’altro giorno leggevo che se di fronte ad un problema ci diciamo “non ce la faccio”, il nostro cervello si sente in diritto di non cercare soluzioni risparmiando così energia, ma se pensiamo “come lo faccio?” allora si attiverà e cercherà le soluzioni migliori.

L’¡atteggiamento è importante!

#1- Il metodo scientifico

(Dal libro Toma de decisiones y resolución de problemas di John Adair)

Si divide in 3 passi fondamentali:

  1. Comprendere il problema: riuscire a definirlo con le nostre parole, considerare i fattori più importanti,semplificarlo ma non troppo.
  2. Considerare le soluzioni: verificare le principali soluzioni, selezionare le piú fattibili e filtrare per eliminare quelle in eccesso. è importante anche visualizzarsi nel momento in cui si è raggiunto l’obiettivo finale!
  3. Valutare e migliorare: Una volta raccolta e organizzata l’informazione e le soluzioni possibili, bisogna analizzare la soluzione scelta da ogni angoloe considerare un piano alternativo.

Il Piano B è sempre utile!

#2- Prova con il brain storming

Sapevi che il concetto di brain storming risale al 1930? Sembra cosí innovativo ma in realtá ha quasi 90 anni…

Ho scoperto molti modi di creare un brain storming: attraverso mappe mentali, con disegni e/o parole,  l`esplosione stellare (questa non la conoscevo!), si possono condividere idee e partecipare in gruppo o coinvolgere amici nel processo.

Attraverso il gioco di ruolo, immaginando di essere un esperto conosciuto in material (anche un personaggio storico), si possono scovare molte idee, ma anche attraverso programmi online possiamo creare e condividere questo tipo di schemi.

Ce ne sono talmente tanti che rischiamo di dimenticarci il problema…

NO, concentriamoci!

#3- Sviluppa il pensiero creativo

Alzarsi dalla sedia efare una passeggiata per vedere se l’idea cade dal cielo… è vero! Ci sono studi sul processo creativo che difendono il fatto di allontanarsi dal problema per lasciarlo incubare e che il nostro subcosciente o “pensiero profondo” ci dia una mano. Ciò che chiamiamo intuizione, comune ai creativi, ha il suo proprio metodo!

Funziona così:

  1. Preparazione: analisi del problema, raccolta delle informazioni, prima esplorazione delle soluzioni;
  2. Incubazione: grazie alla nostra mente profonda, le parti del problema si separano ed assumono nuove composizioni
  3. Rivelazione: quando arriva la famose idea, quando non ce l’aspettiamo…
  4. Conferma: non tutte le intuizioni vanno bene, bisogna verificare che sia la soluzione migliore al nostro problema o che sia un modo per avvicinarci alla soluzione finale, ma comunque è un grande passo avanti!

#4 – “Divide et impera” o i piccoli passi

Da Cesare ad oggi ha sempre funzionato! Si tratta di una tecnica che utilizzo spesso e che mi funziona sul serio: quando il problema sembra molto complesso e l’obiettivo molto lontano, lo divido in piccoli problemi da risolvere (mantenendo la visione globale, OCCHIO!), riordinandoli per prioritá temporale o importanza. Risolver tanti piccoli problemi è più facile che risolverne uno graaaande e la nostra testa non sente tanto stress!

La chiave di tutto è fare quel primo passetto verso l’obiettivo (nel mio caso, portare il computer ad aggiustare: tenerlo in casa non avrebbe migliorato la situazione, ma nella mia testa aspettavo che per magia il problema si risolvesse da solo… ^_^ ecco, no).

Una vita creativa i basa in molti piccoli passi

Julia Cameron

Ce ne sono ancora tante di tecniche di problem solving, io ho scelto queste, diverse fra loro ma molto efficaci.

E tu quali usi?

Mi fai un preventivo? La responsabilitá del creativo

Mi fai un preventivo? La responsabilitá del creativo

Mi fai un preventivo? La responsabilitá del creativo

La mia responsabilitá nei confronti del cliente

comincia ancora prima di fare un preventivo

Come imprenditrice  creativa mi sento responsabile di quanto progetto: sono cosciente del suo valore, so che ogni mia creazione deve non solo essere all’altezza delle aspettative del cliente, ma anche funzionare in base ai suoi obiettivi.

Proprio per questo ho scritto l‘articolo sui tempi che ogni imprenditore deve prendersi.

Perché torno su questo concetto? perché porprio qualche giorno fa mi è stato chiesto un preventivo di massima per un lavoro, o meglio per un’idea, che si sarebbe potuta sviluppare in mille maniere e  sulla quale non erano ancora chiare molte cose. Si trattava di un’idea ancora embrionale, senza un reale progetto dietro.

Come fare un preventivo per qualcosa che non ha nessuna definizione?  Onestamente non mi sono sentita in grado di dare un “numero“. Anzi, mi sono presa la briga di spiegare e consigliare di chiarirsi le idee, di fare un certo tipo di ricerca, di creare un piano B, con esempi e strumenti per realizzarlo. Ho preferito allontanare la possibilità di avere un cliente subito, per aiutare un “non cliente” a creare qualcosa di più concreto.

Non so se ho fatto bene, mi è sembrato un comportamento responsabile nei suoi confronti, ma anche nei miei.

Ecco la responsabilità del preventivo

Nel momento in cui consegno un preventivo, mi impegno ad eseguire il lavoro, se il cliente lo accetta: ho scritto io le condizioni e tali condizioni sono state accettate. Se non sono in grado di sviluppare il mio preventivo inserendo tutte le azioni che faró, preferisco evitare di compilarlo: rischierei di partire da una base troppo bassa, con la conseguenza di dover lavorare molto di piú di quanto immaginavo, per le frequenti modifiche (eh se uno non ha le idee chiare ne fa tante di modifiche) e conseguente aumento del prezzo finale. Ovviamente se alla fine il cliente dovrá pagare molto di piú di quanto si aspettava, non sará un cliente felice!

Quel preventivo non l’ho fatto

Ho dato una cifra di partenza, sapendo che sarebbe potuta crescere molto, ma non ho compilato un preventivo.

La persona in questione peró mi ha ringraziato e tanto, ora sta rivedendo la sua IDEA, per renderla un progetto concreto, chissá se poi ripasserá da me, ma io sono quasi sicura di sí!

Se si fosse trattato di un progetto di interni,  ci sarebbe stata l’alternativa della consulenza, per esempio online, ma in questo caso si trattava di grafica.

E tu ti sei trovato in questa situazione? Il preventivo te l’anno fatto / l’hai fatto?

¿Sei stato soddisfatto del risultato?

Prenditi il tuo tempo: fra il dire e il fare, bisogna prima  “DIRE”

Prenditi il tuo tempo: fra il dire e il fare, bisogna prima “DIRE”

Prenditi il tuo tempo: fra il dire e il fare, bisogna prima “DIRE”

Solo così potrai scoprire veramente quali sono i tuoi desideri.

Putroppo nel lavoro, qualsiasi lavoro, si parla sempre di tempistiche, di consegne, di dead lines. Me ne sono fatte io di notti per impacchettare planimetrie da consegnare alle 9:00 del mattino dopo, con conseguente giornata versione zombie!

Ma allora perché scrivere un post del genere?

Perché una cosa sono le consegne “istituzionali”, decise con il cliente o con l’amministrazione e sempre, comunque, i tempi saranno troppo corti, mettiamocela via!

Ma cosa succede quando il cliente `un privato per una consulenza sulla sua casa o un autonomo che vuole rinnovare gli spazi o l’immagine?

Devo dire che le cose cambiano un pochino perché molto spesso la situazione iniziale mi fa pensare che le idee non siano ancora chiare… Allora quando mi chiedono

“quanto pensi di metterci per creare…”

Non so rispondere con esattezza, perché fra il dire e il fare bisogna prima  “DIRE”! Quindi mi esce un “DIPENDE…”

Sembrerà una critica al cliente che non ha le idee chiare, invece non lo é: mi sembra normale che quando ci avviciniamo ad un tema di cui non abbiamo una grande conoscenza, ci assalgano i dubbi e le incertezze: come lo vogliamo e perché lo vogliamo così.

Chiedetemi di comprare una macchina e sarò ancora lì che ci penso quando cambiano il modello…

Per risolvere questa questione c’è il BRIEF (di cui parlo in un altro articolo) e le interviste, le chiacchierate con il professionista prima dell’acquisto del prodotto/ servizio.

Mai paura!*

*Questa è una frase che dice sempre mio zio, che forse si adatta perfettamente al tema: proprio per paura facciamo le cose in fretta, ma se ci fermiamo un momento a pensare, sicuramente troveremo le motivazioni, che ci spingono ad agire.

Se troviamo i nostri perché, capiamo veramente cosa vogliamo.

Quando mi dovevo sposare ho comprato decine di riviste di vestiti da sposa, ho cercato su internet le checklist per organizzare tutto al meglio, ho riempito un quaderno di ritagli di modelli di vestiti, di buquet fioriti, di scarpe e acconciature. Di ogni vestito mi piaceva qualcosa, ovvio che se avessi messo tutto insieme, il risultato sarebbe stato esagerato e sicuramente non fine e semplice, cosa che poi ho scoperto essere il mio obiettivo per quel giorno.

Avevo capito il perché, ora  sapevo cosa volevo!

Solo grazie alla consulenza della sarta/designer ho cominciato a togliere di qua e di là arrivando all’abito che non assomigliava per niente a quelli visti sulle riviste, ma era proprio il MIO abito, era perfetto per me, per la mia pelle per la mia figura ma sopratutto per la mia personalitá.

Con questo voglio dire che se non mi fossi fermata a riflettere, se non avessi ascoltato i consigli di una professionista, non avrei avuto il mio abito perfetto, ma solo la brutta copia di uno giá visto.

Concludo in fretta

..anzi no, che la fretta fa male, nel business bisogna ponderare le scelte e agire più o meno quando si è sicuri: il più o meno è perché poi ci sono quelle persone che se non è tutto perfetto, ma di questo parleremo un’altra volta.

Quello che non va bene, è fare le cose perchê tutti fanno così, perché “si fa cosí”.
Questa non è la tua motivazione e non porterá ai risultati che tu vuoi ottenere.

E tu sei d’acordo?

 

Perché #FAB813?

Perché #FAB813?

Perché #FAB813?

 

 

#FAB813 è il codice del colore “Brillant amber”, secondo la pagina Perbang che uso per capire e convertire i colori per il mio lavoro.

Questo particolare codice è un modo hexadecimale di esprimere il colore RGB 250 – 184 – 19, insomma, tante parole tecniche per chiamarlo, ma dietro ai tecnicismi la verità è che si tratta di un colore che mi rappresenta.

Tutto cominciò quando decisi di aprire una piccola attività di consulenza in interior design e marketing immobiliare in Italia, aggiungendo un po’ di grafica, la mia passione.

Logo di Before & After

Dovevo trovare un colore per il logo di Before & After e il giallo (il mio preferito in assoluto!) non er il più adatto per il suo rapporto un po’ conflittivo con il bianco. Facendo varie prove e cercando la soluzione migliore, ho aggiunto un pochino di rosso, rendendolo più caldo, leggermente più aranciato.

E così è nato #FAB813!